Come la terra nella sua formazione,
la ceramica si accende, rovente,
come la luna,
quando sorge piena di sole
GIORNATE RAKU
Nel corso dell’anno vengono organizzate alcune giornate dedicate ad una tecnica di cottura giapponese, chiamata Raku. Si tratta di una piacevole domenica passata a cuocere e decorare oggetti precedentemente preparati per questa speciale cottura. Il tutto è accompagnato da piatti prelibati annaffiati da vinelli portati da tutti i partecipanti.
Il maestro che guida il workshop è Furio Santi.
Le cotture Raku si svolgono nel giardino del laboratorio in autunno e primavera.
Il maestro che guida il workshop è Furio Santi.
Le cotture Raku si svolgono nel giardino del laboratorio in autunno e primavera.
IN COSA CONSISTE LA COTTURA RAKU?
I pezzi per la cottura raku sono realizzati con una argilla chamottata detta argilla semirefrattaria, una volta essicati e biscottati vengono rivestiti con smalti.
La particolarità della tecnica raku, consiste nell’estrarre il pezzo dal forno con lunghe pinze di ferro, quando è ancora incandescente, e depositarlo subito, in un contenitore pieno di materiale facilmente combustibile (dai trucioli di legno, ai fogli di giornale, alla segatura). Il contatto di questi materiali con la ceramica incandescente provoca l’accensione di una fiamma che brucia tutto il combustibile presente nel contenitore.
Subito dopo questo procedimento, si immerge l’oggetto nell’acqua e lo si pulisce. Ciò determina una serie di trasformazioni chimiche che conferiscono all’oggetto un suggestivo risultato cromatico di particolare bellezza ed unicità.
La particolarità della tecnica raku, consiste nell’estrarre il pezzo dal forno con lunghe pinze di ferro, quando è ancora incandescente, e depositarlo subito, in un contenitore pieno di materiale facilmente combustibile (dai trucioli di legno, ai fogli di giornale, alla segatura). Il contatto di questi materiali con la ceramica incandescente provoca l’accensione di una fiamma che brucia tutto il combustibile presente nel contenitore.
Subito dopo questo procedimento, si immerge l’oggetto nell’acqua e lo si pulisce. Ciò determina una serie di trasformazioni chimiche che conferiscono all’oggetto un suggestivo risultato cromatico di particolare bellezza ed unicità.
La storia della ceramica raku si perde agli inizi del XVI secolo ed è strettamente legata alla cerimonia del tè, tanto cara al popolo giapponese.
Il termine Raku deriva dal nome di una delle più autorevoli famiglie di mastri vasai (Rikyu) e significa letteralmente “Vivere con gioia e armonia la natura”.
Il termine Raku deriva dal nome di una delle più autorevoli famiglie di mastri vasai (Rikyu) e significa letteralmente “Vivere con gioia e armonia la natura”.